La battaglia al particolato fine parte dai cittadini

PM2.5: il nemico sottile.

Il particolato fine è una polvere estremamente sottile. Un granello di PM2.5 ha un diametro 24 volte più sottile di un capello umano. Le dimensioni microscopiche permettono al particolato di penetrare le barriere dei polmoni e immettersi nel sistema circolatorio, con la conseguenza di accrescere il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie e di sviluppare il cancro ai polmoni.

Pericoloso anche quando è a norma di legge.

I risultati di uno studio dell’Università di Harvard mettono in guardia circa la pericolosità dell’inquinamento dell’aria anche a concentrazioni più basse di quelle ammesse dalla legge italiana ed europea. 

La portata dello studio è di rilievo enorme, se si considera la durata (12 anni, dal 2000 al 2012) ed il numero di soggetti osservati (poco meno di 61 milioni di assicurati Medicare).

Secondo le evidenze scientifiche un incremento di 10 microgrammi per metro cubo di particolato fine (PM2.5) fa aumentare il rischio di mortalità del 7,3%. Inoltre, ed inaspettatamente, se si considerano solo coloro che vivono in un ambiente meno inquinato, secondo i limiti vigenti, lo stesso aumento di PM2.5 fa aumentare il rischio di morte del 13,6%. 

Il dato è ancora più preoccupante se si considera che la soglia di sicurezza vigente in Unione Europea è quasi il doppio di quella americana (20µm per metro cubo, contro il limite statunitense di 12µm).

L’importanza di una informazione accurata, capillare e in real-time.

In Puglia il monitoraggio della qualità dell’aria è affidato all’Agenzia Regionale ARPA, principalmente attraverso una rete fissa di 55 stazioni che consentono la rilevazione continua di diversi inquinanti, tra cui il particolato fine. A beneficio degli amministratori locali e regionali, così come dei cittadini, l’Agenzia produce periodicamente report di sintesi dell’andamento degli inquinanti, evidenziando lo “sforamento” dei limiti di legge. 

Ma se i dati ufficiali sono garanzia di accuratezza ed affidabilità, essi non garantiscono una copertura capillare del territorio monitorato. Come ribadito anche dall’Osservatorio TERRA dell’agenzia spaziale e aeronautica statunitense (NASA), gli inquinanti non si distribuiscono uniformemente sul territorio. L’inquinamento dell’aria può avere una fonte locale, come una fabbrica o una strada particolarmente trafficata, ed accumularsi in alcune zone più che in altre.

I cittadini-sensori.

Per integrare la preziosa informazione delle centraline fisse, APOLLON mette nelle mani dei cittadini gli strumenti per misurare in maniera diffusa, attraverso sensori mobili da collegare al proprio smartphone, la qualità dell’aria. 

I dati provenienti dai sensori forniscono un quadro preciso, in real-time e distribuito sul territorio, dell’evoluzione del particolato (PM10, PM2.5 e PM1) nell’aria. L’informazione è di grande valore per i decisori politici, che si impegnano a migliorare la qualità dell’aria, e per i cittadini, che acquistano consapevolezza ed agiscono concretamente per vivere in una città più salubre.

Oltre a contribuire individualmente, i cittadini possono organizzarsi in gruppi per realizzare vere e proprie campagne di monitoraggio orientate a tenere sotto osservazione le zone più sensibili della città.

Maggiori informazioni su come effettuare le misurazioni e partecipare alle campagne nella sezione CONTRIBUISCI di questo sito.

 

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